Dopo di noi

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Con l’espressione dopo di noi ci si riferisce al periodo di vita delle persone disabili successivo alla scomparsa dei genitori/familiari. Non solo, anche alla progressiva presa in carico della persona disabile durante l’esistenza in vita dei genitori e rafforzamento di quanto già previsto in tema di progetti individuali per le persone disabili.

 

Di recente (16 giugno 2016) è stata approvata la legge sul dopo di noi. Si tratta del DDL “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare” che fa del Dopo di Noi legge nel nostro Paese. Il testo contiene delle disposizioni per affrontare il futuro delle persone con disabilità gravi dopo la morte di parenti che potessero prendersi cura di loro. Elemento principale del provvedimento è l’istituzione di un Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave e disabili prive del sostegno familiare. A seguire il Ministero del Lavoro, in accordo con il Ministero dell’Economia e Finanza di concetto con il Ministero della Salute, stabiliranno i criteri per l’accesso alle misure di assistenza, cura e protezione del Fondo. Le Regioni definiranno i criteri per l’erogazione dei finanziamenti, le modalità di pubblicità dei finanziamenti erogati, la verifica dell’attuazione delle attività svolte, nonché le ipotesi di revoca dei finanziamenti medesimi.

 

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Sin dal primo insediamento Il Presidente Roberto Garofalo ha manifestato il suo intento di lavorare con il massimo impegno e con tutto l’entusiasmo che lo contraddistingue, mettendo a disposizione tutta l’energia, le idee, la voglia di fare nonché il desiderio di coinvolgere quanti più soci possibili per cercare di realizzare un grande desidero:  consegnare ai nostri ragazzi un futuro migliore.

 

Ed è proprio in quest’ottica che nasce l’idea di costituire una Fattoria e/o Cooperativa Sociale (Agricoltura Sociale) in grado di garantire una maggiore copertura di servizi ai nostri ragazzi coinvolgendoli in ambito agricolo.

 

Con il termine Agricoltura sociale si indica l’insieme delle pratiche, anche molto differenti tra loro, realizzate a beneficio di soggetti a bassa contrattualità (persone con handicap fisico o psichico, psichiatrici, dipendenti da alcool o droghe, detenuti o ex‐detenuti) o indirizzate a fasce della popolazione (bambini, anziani) per cui risulta carente l’offerta di servizi. Si tratta, quindi, di attività e servizi che vengono progettati e realizzati in risposta a problematiche ed esigenze locali specifiche, impiegando le risorse dell’agricoltura e della zootecnica per promuovere azioni terapeutiche, educative, ricreative, di inclusione sociale e lavorativa e servizi utili per la vita quotidiana.

 

L’esigenza nasce dalla consapevolezza che la creazione di una fattoria sociale possa essere l’esempio più lampante che “l’unione fa la forza”, mettendo insieme l’esperienza di operatori specializzati (in quest’ottica stiamo prendendo contatti con cooperative già organizzate e che da sempre lavorano a contatto con il mondo della disabilità) al fine di creare non solo una base solida di servizi, ma anche una ampia copertura territoriale nella quale si lavora con lo stesso criterio e per gli stessi obiettivi.

 

La mission prefissata e il raggiungimento di valori che rappresentano un patrimonio sia dell’essere che del lavorare e che siano un riferimento etico da trasferire nel lavoro di tutti i giorni. I servizi dovrebbero essere erogati in collaborazione con le Istituzioni pubbliche, private e con singoli cittadini, favorendone la partecipazione alla gestione in un’ottica di partecipazione congiunta in cui le problematiche e le soluzioni sono l’obbiettivo di un percorso comune e condiviso. La fattoria dovrebbe, per tanto, condividere, nel rispetto delle specifiche competenze, il lavoro, le problematiche e le soluzioni ma anche le soddisfazioni e i risultati. Proprio in tal senso il progetto prevede l’investimento in competenza e ricerca al fine di proporre nuovi progetti ed innovazioni e creando una rete di collaborazioni.

 

L’obiettivo è quindi quello di espandere un’agricoltura responsabile, in grado di rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini cercando di perseguire i seguenti obiettivi:

 

  • la riproduzione dei valori di solidarietà reciprocità e mutuo aiuto, nonché del patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo, che rendono tipica la ruralità;
  • nuove forme di welfare che valorizzino le specificità e le risorse delle aree rurali;
  • l’integrazione tra l’attività produttiva agricola e l’offerta di servizi culturali, sociali, educativi, assistenziali, sanitari, formativi e occupazionali, a vantaggio di soggetti deboli, bambini e adolescenti, nonché di aree fragili, in particolare aree agricole urbane e periurbane, territori di collina e di montagna e centri isolati;
  • collaborazioni tra imprese agricole, soggetti del terzo settore e istituzioni pubbliche per migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale dei soggetti svantaggiati e delle aree difficili;
  • legami forti con il mondo del consumo critico e coi gruppi di acquisto solidale;
  • progetti di ricerca, sperimentazione e diffusione di innovazioni, per favorire lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali nonché per diffondere modelli d’uso e di valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e culturali delle aree rurali, mediante le quali soggetti con bisogni e risorse diversificate trovino risposte di qualità alle loro esigenze.

Il progetto, inoltre, prevede i due regimi tipici delle comunità impiegate nel sociale quali i centri diurni e i centri di ricovero permanente. Nella fattoria l’individuo dovrebbe partecipare o prestando la sua opera quale “lavoratore agricolo” che arriva al mattino e va via al pomeriggio o vivendo nella fattoria stessa. La fattoria, infine, dovrebbe prevedere la costituzione di G.A.S. ovvero Gruppo di Acquisto Solidale per la commercializzazione dei prodotti della terra coltivata.

 

Un gruppo d’acquisto è formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro e diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che – a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze – subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo.

 

In quest’ottica l’avviamento del G.A.S. inizierebbe con il parlare dell’idea degli acquisti collettivi nel proprio giro di amici, cercando di trovare altri interessati alla formazione del gruppo. Insieme ci si occupa di ricercare nella zona piccoli produttori rispettosi dell’uomo e dell’ambiente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli… e si parte!

 

La fattoria pertanto rappresenterebbe un’entità che se ben avviata è in grado di autogestirsi ed autofinanziarsi.

 

Ultimo aspetto da considerare è che nella fattoria si potrebbero avviare anche tutta una seria di attività di fornitura di energia (tipo il biogas) che garantirebbero alla fattoria un ulteriore fonte di finanziamento.

 

In considerazione di quanto fin’ora detto è stato svolto un primo ma importante lavoro ovvero quello di individuare un sito sul quale far nascere la cooperativa. Sono stati interpellati diversi “attori” dei vari settori (agricoltura, sociale e sanitario, legale) che verrebbero interessati dal progetto.

 

Lo studio e l’elaborazione del progetto è tutt’ora in corso.