
24 Gen La storia di Sara
Posted at 08:58h
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Sara, a causa della sua Sindrome, ha sempre fame – afferma la mamma – provate ad immaginare cosa significhi avere sempre fame in una società come la nostra, che mette a disposizione cibi di ogni genere.
Le attuali terapie a cui è sottoposta le permettono di attenuare questo bisogno, ma non di eliminarlo del tutto. L’attività fisica, lo sport, ha sempre rappresentato, per Sara, il mezzo principale per controllare il proprio peso.
Ma c’è dell’altro. Sara è determinata e per lei lo sport è anche molto di più: quando si pone degli obiettivi fa tutto il possibile per raggiungerli. Nella sua vita ha portato a termine imprese che nessuno avrebbe mai immaginato.
In questo senso lo sport per lei si è rivelato uno strumento sorprendente in grado di far emergere le proprie capacità.
L’acqua è il suo primo elemento, il nuoto la sua prima passione. Sara oggi non solo nuota, ma lo fa in acqua libere. Al lago o al mare nuota per ore, con lo stesso ritmo. Se le chiedi se è stanca, ti risponde di no.
Ha scoperto questa sua grande capacità grazie a Special Olympics dove ha trovato sostegno, incoraggiamento e amicizia, praticamente un’altra famiglia.
Dopo le prime gare in piscina, sono subito emerse le sue capacità, anche quelle legate alla resistenza fisica, così le hanno proposto di cimentarsi nelle lunghe distanze, ha accettato ed è partita. “Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze” Il giuramento dell’atleta Special Olympics rappresenta oggi così bene il suo temperamento.
Special Olympics per noi genitori all’inizio rappresentava il modo ideale per farla impegnare con costanza e soprattutto per farle vivere esperienze in autonomia. Ora ciò che credevamo essere un mero strumento è diventato per Sara e per noi tutti fonte di inesauribile felicità ed attesa: Sara è stata convocata a partecipare ai prossimi Giochi Mondiali di Abu Dhabi: sognava questo momento da quando è iniziata la sua avventura con Special Olympics, e non ha mai smesso di crederci.
Fonte: https://specialolympics.it/