04 Nov Devo parlare a mio figlio della sua diagnosi di PWS?
È una domanda che molti genitori si pongono, spesso accompagnata da paure, dubbi e dal profondo desiderio di proteggere. Quando è il momento giusto per parlare della diagnosi? E soprattutto: come farlo nel modo più giusto per lui, rispettando i suoi tempi, la sua sensibilità, la sua unicità?
Non esiste una risposta universale, ma esistono esperienze che possono guidarci.
Un recente sondaggio condotto su oltre 50 famiglie ha raccolto testimonianze preziose, strategie concrete e riflessioni autentiche su come affrontare questa conversazione tanto delicata quanto fondamentale.
Ecco cosa è emerso:
- La maggior parte dei genitori ha scelto di parlarne apertamente, con parole semplici e sincere.
- Alcuni hanno preferito aspettare che il bambino mostrasse segni di maggiore maturità emotiva e cognitiva.
- Altri ancora hanno trasformato il dialogo in un percorso graduale, fatto di piccole tappe, rassicurazioni, ascolto attivo e tanta onestà.
Non esiste una strada perfetta. Ma conoscere quella degli altri può aiutarti a costruire la tua, con più consapevolezza e meno solitudine.
Parlare della PWS non significa etichettare, ma offrire strumenti. Non significa spaventare, ma accompagnare. È un atto d’amore che può rafforzare il legame, aumentare la fiducia e preparare il terreno per una vita vissuta con maggiore autonomia e serenità.
Vuoi conoscere nel dettaglio le storie, i consigli e le parole che hanno fatto la differenza? Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi contenuti esclusivi pensati per te e la tua famiglia.