Un concetto mai banale

Un concetto mai banale

Quante volte abbiamo sentito parlare di inclusività?
E’ un termine molto inflaizonato negli ultimi tempi, specialmente sul web.
Approfondire questo concetto, pone inevitabilmente l’attenzione su una necessità scomoda: il bisogno di farsi un esame di coscienza e di domandarsi se realmente ognuno di noi agisce in modo inclusivo.

Il termine inclusivo in effetti designa in senso generale orientamenti e strategie finalizzati a promuovere la coesistenza e la valorizzazione delle differenze attraverso una revisione critica delle categorie convenzionali che regolano l’accesso a diritti e opportunità, contrastando le discriminazioni e l’intolleranza prodotte da giudizi, pregiudizi, razzismi e stereotipi.

Questo significa che nel momento stesso in cui pronunciamo la parola inclusività, dobbiamo porci in prima persona la domanda: “Il nostro obiettivo come società tende realmente a superare le barriere sociali e costruire una collettività che includa tutti i soggetti con le medesime opportunità di accedere ai diritti?“.
Avere in famiglia, in classe, al lavoro una persona affetta da una malattia rara pone spesso di fronte all’esigenza di rispondere a questa domanda.
Pensiamo fermamente che la conoscenza della “malattia” possa avvicinare le persone: la paura spesso è il risultato della non-conoscenza. Gli ambienti sociali in cui si creano gruppi in modo del tutto naturale, sono terreno fertile per la generazione di esclusione e discriminazione: su questo è necessario lavorare in modo prioritario.
E non si tratta solo di ambienti scolastici, ma anche lavorativi.

Ma come?

Conoscere quello che un coetaneo, un parente, un compagno di classe, un collega sta vivendo nel suo quotidiano, tutte le difficoltà, ma anche i progressi e i successi raggiunti, può far capire e quindi umanizzare la diversità.
Includere è un passaggio non sempre semplice: deve essere il risultato di un processo che parte proprio dalla conoscenza.
Prima ancora della conoscenza, c’è l’interesse: a monte dell’inclusività infatti deve sussistere necessariamente il desiderio reale di capire e di affrontare elementi di vita diversi dai nostri.
Includere è un atto supremo e naturale.
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